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Luglio 2011

Carissimi, come state?
Come sempre sono in ritardo nel mandare notizie da Hombolo e me ne scuso ma, oltre alla stanchezza che prende il sopravvento e mi fa crollare sul computer, ci si mette anche l’azienda che eroga l’elettricità e che ci toglie la corrente quasi tutti i giorni.
E poi, cosa posso dirvi se non che, tanto per cambiare, anche quest’anno è stato raccolto pochissimo mais a causa delle piogge scarse per cui si profila un futuro prossimo molto problematico dove la fame, come al solito, farà da padrona.
Chi di voi ha viaggiato per il mondo conosce benissimo le situazioni che si incontrano nei villaggi africani ma, vivere a stretto contatto con la gente, vedere da vicino la povertà assoluta, la fame, le malattie, la vita davvero grama delle donne, la morte che si porta via i bambini per le malattie più banali e sentirsi impotenti di fronte a tanto dolore, fa tanto tanto male.
I bambini, qui ad Hombolo, sono talmente tanti e tutti così poveri che vorresti fare qualcosa per ognuno di loro, ma cosa?
Qual è il modo giusto per aiutarli senza cadere nell’assistenzialismo che, credetemi, sarebbe la cosa peggiore per loro?
E la condizione delle donne? Qui sembra di essere nel Medio Evo, anzi peggio. Le donne sono considerate esseri inferiori utili solo per procreare, crescere i figli e lavorare come somari, sono letteralmente “usate” e spesso picchiate anche brutalmente dai loro uomini che non hanno nessun rispetto per loro.
Mi è capitato spesso di medicare o portare all’ospedale donne picchiate a sangue e, qualche volta, anche uccise ma, quello che mi fa davvero arrabbiare, è la rassegnazione con la quale subiscono tutto.
Io credo, anzi ne sono certa, che tutto ciò sia frutto della grande ignoranza che regna in tutti i villaggi della Tanzania, molti bambini non vanno a scuola perché i genitori sono convinti che non serva a nulla e bisogna dire anche che il livello scolastico è molto, molto basso.
Proprio perché sono convinta che, se le cose non cambieranno, questo paese non emergerà mai, ho voluto con tutte le mie forze aprire il nostro asilo “NURU” (luce in lingua Swahili) per offrire ai bambini non solo un posto pulito e accogliente e il cibo due volte al giorno, ma per trasmettere un messaggio di amore e solidarietà.
Però ora si pone un problema, i bambini dell’asilo recepiscono sicuramente il messaggio anche grazie alle coccole e ai baci che elargisco a piene mani (nella loro cultura non esistono queste cose e, anche a scuola, vige la legge del “bastone”) ma poi?
Che ne sarà di quel piccolo seme quando andranno alla scuola primaria? Come potrà germogliare se non viene più coltivato? Come fare per far capire alle bambine che anche loro hanno una dignità e che, da grandi, la vita non consiste solo nel mettere al mondo figli e prendere botte e, ai maschi, che le donne non sono ne oggetti, ne esseri inferiori?
Come, se la scuola stessa insegna loro ad usare la violenza quando, per ogni minimo sbaglio vengono picchiati col bastone?
Io ho un sogno (che spero non resti tale) che è quello di continuare nel nostro impegno anche con la scuola primaria, potere accompagnare tanti bambini lungo il loro cammino scolastico senza soprusi
ma con serietà e amore, credo sia un grande aiuto, il migliore che possiamo offrire.
Spesso pensiamo di essere a posto con la coscienza perché mandiamo vestiti usati o altri aiuti del genere nei paesi poveri ma, a che serve se non ci preoccupiamo di creare le condizioni affinché migliori la vita della gente?
Se pensate di essere d’accordo con me, aiutatemi, aiutatemi a passare questo messaggio e allora chissà, che il sogno non rimanga più tale ma diventi realtà.
Auguro a ciascuno di voi buone vacanze poi, dopo il meritato riposo, ricordatevi dei bambini di Hombolo i quali, le vacanze almeno come le intendiamo noi, non sanno nemmeno cosa siano.
Grazie a tutti voi per l’affetto con cui mi seguite, un grande abbraccio,
Maria Carla